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AI, comunicazione e marketing digitale: intervista doppia a Raffaella e Rocco

Doppia intervista per esplorare la comunicazione e il marketing digitale tra vecchi e nuovi linguaggi digitali, potenziati dagli strumenti di AI generativa, alla ricerca di un equilibrio. Da una parte, Rocco Rossitto, freelance advisor con una carriera ventennale nel campo della comunicazione e una vasta esperienza che spazia dalle multinazionali alle piccole e medie imprese, dall’altra parte, Raffaella Amoroso, consulente di digital marketing con un focus speciale sull’influencer marketing e la gestione dei social media. 

Pensate che l’intelligenza artificiale generativa possa potenziare, piuttosto che sostituire, la creatività umana nel content marketing? 

ROCCO: Allo stesso modo con cui, in passato, altre innovazioni tecnologiche hanno aiutato a creare contenuti. In questo caso ci aggiungerei che il balzo in avanti è notevole e permette di “moltiplicare” la creatività umana superando dei limiti tecnici che potevano presentarsi. 

RAFFAELLA: È possibile percepire un potenziamento solo dopo aver effettivamente compreso quale può essere il valore che l’AI porta nel content marketing, ammettendo quindi tanto i suoi vantaggi, quanto i suoi limiti. Sciolto questo nodo e perimetrato il suo utilizzo, ritengo che l’AI possa diventare un buon alleato della creatività umana.

Quali sono, secondo voi, i rischi principali dell’uso eccessivo dell’AI generativa nel campo della creazione di contenuti?

RAFFAELLA: Il mio punto di vista sul tema è sempre relativo alla consapevolezza, prima e alla conoscenza, poi. Credo quindi che occorra innanzitutto chiarirsi le idee in merito alle aspettative che nutriamo quando parliamo di creazione di contenuti. Se sappiamo cosa vogliamo ottenere, sarà più semplice comprendere come calibrare l’eventuale uso di AI, senza eccedere.

ROCCO: È l’altra parte della storia: nell’eccessività c’è già un grado negativo. Il rischio è che si presti attenzione più alla tecnica che alla tattica, più all’esecuzione che alla strategia: è banale dirlo ma va trovata una via di mezzo che bilanci. Però questo valeva anche prima dell’avvento delle intelligenze artificiali generativa. 

Come trovare un equilibrio tra ciò che è generato e ciò che non lo è?

ROCCO: La bussola è sempre una: il tuo contenuto è di valore per chi? Se è di valore solo per te (azienda, persona, istituzione) non è un contenuto utile, non è un contenuto di valore. In qualunque modo venga generato.

RAFFAELLA: Come detto prima, considerando sempre qual è l’obiettivo che si vuole raggiungere. Se per farlo è necessario usare AI generativa, molto bene, proviamoci. Non dobbiamo dimenticare che il valore di quel che facciamo è il nostro benchmark, sempre.

Secondo voi, è importante che i creatori di contenuti specifichino chiaramente quando un post è stato generato con l’AI? In che modo la trasparenza sull’origine del contenuto può influenzare la percezione del pubblico e il successo di una strategia di content marketing?

RAFFAELLA: Se per creatori di contenuti intendiamo influencer e content creator, mi farei forse un’altra domanda a monte, ossia: sto chiedendo (in quanto azienda) a un creator di creare un contenuto perché mi interessa il SUO modo di comunicare, il SUO tone of voice, il SUO stile E la sua follower base o mi interessa solo usarlo come un medium, senza considerare le sue peculiarità da storyteller? Posto che non c’è una risposta giusta o una risposta sbagliata alla domanda, credo che qualora i creator utilizzino AI per la generazione dei loro contenuti ci debba essere trasparenza nei confronti dell’azienda (se i contenuti sono appunto branded) e tra creator e audience in ogni caso (contenuti branded o non branded). Questo perlomeno finché il senso comune ci farà interpretare come autentico qualcosa realizzato con la sola creatività umana e come “artificiale”, appunto, qualcosa generato con l’aiuto di una (“nuova”) tecnologia.

ROCCO: Tendenzialmente sì, andrebbe indicato, ma è una generalizzazione forse forzata: abbiamo preteso che fosse indicato che una foto o un video fosse stata editata con un programma di editing?

Il problema di trasparenza con creator e influencer non riguarda l’aspetto tecnologico secondo me, quanto quello relazionale: quanto sono credibile?

Potrete seguire la Cassetta degli Attrezzi Content Strategy, un framework per essere importanti con Raffaella Amoroso e Rocco Rossitto a BTO 2024, il 27 novembre alle 17:00.
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